artemdocere.it logo
« < >

Formazione ed Educazione all'arte, in Italia, a distanza di dieci anni dalla Legge 107 del 2015

Aprile 2025

Parliamo del ruolo assegnato all’educazione all’arte per gli effetti dell’ultima riforma della scuola superiore. La raccolta dei dati dimostra il qualunquismo con il quale è stato affrontato l’obiettivo primario di una scuola che metta al ‘centro’ i diritti della formazione del cittadino: la vocazione di tutti gli individui risiede sempre nell’arte! A questi naturali bisogni la scuola si deve adeguare, offrendo una formazione nelle arti classiche, sperimentali e nei mestieri artigianali affinché, a tutti, la combinazione tra competenze artistiche, letterarie, scientifiche e tecnologiche sia alla base dell’educazione che non potrà che condurre verso l’elaborazione della propria realizzazione personale a sbocchi professionali.
Fin dalle premesse alla Legge di riforma 107 del 2015, si coglieva che l’insegnamento del Disegno e Storia dell’arte sarebbe stato riportato nei bienni dei ‘soli’ Licei. Ma, di fatto, la Legge chiarì l’intento semplicistico di voler demandare all'autonomia delle singole scuole 'la valorizzazione e il potenziamento delle competenze' linguistiche, matematico-scientifiche, pratica e culture musicali, artistiche, cinematografiche, media, cittadinanza attiva.
'Semplicistico', in quanto 'lasciando alla dirigenza' (autonomia delle singole scuole) la decisione di utilizzare l'organico di potenziamento per tutta una serie di attività compensative dei vuoti strutturali presenti nel sistema scuola! Dalle supplenze temporanee su qualsiasi disciplina, a progetti di accoglienza verso studenti che non svolgono l’ora di Religione, a minime attività in compresenza con Storia o Italiano, o agli ‘sportelli’ per il recupero didattico, al ruolo di ‘guida’ in gite e visite museali didattiche.
Nei casi più felici, si riscontra la realizzazione di corsi pomeridiani di disegno e/o storia dell’arte in forma facoltativa a classi ‘aperte’. Spesso, agli studenti che frequentano tali corsi, non vengono riconosciuti meriti didattici, ma più semplicemente attestati di frequenza che non concorrono alla costruzione della valutazione. E malgrado la Legge 107 sia molto precisa al riguardo! Potenziare il curricolo personale dello studente implica che venga riconosciuto il merito attraverso la valutazione, ma è indubbio che il caos applicativo delle norme garantisce un sufficiente indebolimento, anziché un’ipotesi migliorativa del curricolo dello studente, per restituire altro anonimato laddove si potrebbe aspirare a un potenziale ‘successo’.

In alcuni sporadici casi, sparsi nel territorio nazionale, l’autonomia scolastica ha reso possibile dare forma a ‘curvature’ in Beni Culturali e/o Arti della Fotografia o del Cinema, in particolar modo negli indirizzi di Scienze Umane. Ne apprezziamo ampiamente l’ideazione e la progettualità. Ma è evidente che questi frammentati di potenziamenti curricolari ricadono solo in alcuni licei, lasciando il vuoto formativo in tutti gli altri indirizzi.
Si consideri, inoltre, che le opportunità formative analizzate sono di fatto realizzate dalla buona volontà dei singoli docenti di dipartimento di rendersi flessibili e disponibili, e in particolar modo di avere portato avanti, in ambito collegiale, precise, pressanti e motivate richieste. Indubbiamente, si coglie anche il sintomo di un’apertura della dirigenza verso un’offerta educativa personalizzabile, ma è pur sempre un’opzione ‘lasciata al caso’, alle buone volontà’ minime e, infine, inconsistenti alla costruzione del ben più ampio ruolo fattibile dalla formazione artistica!

In conclusione, la legge 107 non ha modificato la struttura dei curricoli così come già impoveriti dalla precedente riforma, Gelmini.

Il nostro Paese ha l’obbligo morale di costruirsi attorno all’educazione all’arte, non necessariamente finalizzata a specifiche professionalità, ma per lo sviluppo del pensiero, dell’identità, dell’appartenenza dell’individuo a una comunità, alla storia; per il riconoscimento della bellezza, che avviene per comprensione e acquisizione interiore; per lo sviluppo del saper fare, in un cammino individuale che ha le sue radici nel cammino collettivo dell’arte. La priorità è nella conoscenza e nel sapere dell’arte. Così avviene nell’individuo la ‘trasformazione’ dei contenuti, da uno stato psicologico puramente emotivo, al passaggio in un altro, critico arricchito di consapevolezze, in quanto l’arte offre una solida costruzione della psiche.

Quali e quanti meccanismi socio-politici subissano le intelligenze, rendono anonimi i protagonisti della cultura, studiosi, storici dell’arte e docenti che hanno taciuto davanti alla Riforma Gelmini, nel 2010! Riforma che si era occupata di cancellare strategicamente gli Istituti d’Arte, ridotto al di sotto del limite minimo per la riuscita didattica Storia dell’arte, nei licei e negli Istituti tecnici, e cancellato lo studio del Disegno in tutti gli indirizzi di scuola. E tutto questo senza incontrare ostacoli! Come se una sorta di potente anestesia avesse fermato il pensiero e ‘lasciato fare', perché ‘troppo faticoso’ aggiungere alla vita quotidiana, al lavoro, agli schemi mentali già costruiti, compresa la perdita del lavoro stesso, l’assumersi responsabilità che si ritiene debbano essere di chi ci governa.

Una realistica applicazione dei criteri e dei fondamenti pedagogici più avanzati, in linea con le nuove teorie per l’insegnamento delle discipline Storia dell'arte e Disegno a salvaguardia e a sostegno dei bisogni educativi intrinseci in ogni cittadino, è un obiettivo da raggiungere.
Nel mondo globalizzato del terzo millennio, sempre più all’insegna dell’instabilità emotiva generata dalla politica emergenziale, dalla povertà culturale collettiva che avvantaggia quella élìte che ‘tutto’ gestisce rendendo sempre più ampio il divario, ridestare coscienze e responsabilità collettive, implica che si debba ripartire dalla scuola, per una riforma che includa il vero sapere, arti e scienza. Lo strumento più potente che si possa rivendicare e affermare. Necessario e attuabile.

Marinella Galletti
presidente artem docere
Formazione ed Educazione all'arte, in Italia, a distanza di dieci anni dalla Legge 107 del 2015
1 / 4 slideshow
Formazione ed Educazione all'arte, in Italia, a distanza di dieci anni dalla Legge 107 del 2015
2 / 4 slideshow
Formazione ed Educazione all'arte, in Italia, a distanza di dieci anni dalla Legge 107 del 2015
3 / 4 slideshow
Formazione ed Educazione all'arte, in Italia, a distanza di dieci anni dalla Legge 107 del 2015
4 / 4 slideshow
ITA - Informativa sui cookies • Questo sito internet utilizza la tecnologia dei cookies. Cliccando su 'Personalizza/Customize' accedi alla personalizzazione e alla informativa completa sul nostro utilizzo dei cookies. Cliccando su 'Rifiuta/Reject' acconsenti al solo utilizzo dei cookies tecnici. Cliccando su 'Accetta/Accept' acconsenti all'utilizzo dei cookies sia tecnici che di profilazione (se presenti).

ENG - Cookies policy • This website uses cookies technology. By clicking on 'Personalizza/Customize' you access the personalization and complete information on our use of cookies. By clicking on 'Rifiuta/Reject' you only consent to the use of technical cookies. By clicking on 'Accetta/Accept' you consent to the use of both technical cookies and profiling (if any).

Accetta
Accept
Rifiuta
Reject
Personalizza
Customize
Link
https://www.artemdocere.it/formazione_ed_educazione_all_arte_in_italia_a_distanza_di_dieci_anni_dalla_legge_107_del_2015-p30959

Share on
/

Chiudi
Close
loading